di Massimo Gallo
Settimane difficili per Marzio Innocenti sul fronte arbitri. Il presidente federale (non vorremmo essere al suo posto per nessuno motivo al mondo) sta facendo i conti con personaggi di ogni risma, interessati a ricoprire il ruolo di presidente del Cnar. Con educazione, Innocenti, sta rispondendo al telefono a tutti ma, siamo sicuri, con alcuni sta facendo fatica a rimanere serio e compassato e a restare concentrato sulle proposte più concrete. In attesa che la categoria possa scegliersi i rappresentanti autonomamente, sarà in Consiglio federale a decidere chi dovrà guidare i fischietti italiani e in tanti si stanno proponendo.
Come spiegato, alcuni, sono davvero improbabili: farebbero fatica a gestire il condominio di casa, non hanno competenze e conoscenze ma si propongono reputandosi all’altezza. Altri si sono resi protagonisti di episodi poco edificanti, nel recente passato e pensano di poter gestire una macchina complessa con il Cnar, seppur a supporto del loro “candidato” di riferimento.
Non faremo i nomi di chi, a nostro avviso, non appare all’altezza del ruolo: ci sembra inelegante. Ma i fatti, vanno comunque raccontati. Tra coloro che si sono proposti o i loro futuri collaboratori, vale a dire lo staff, sui cui ogni singolo aspirante vuole fare affidamento c’è chi durante le partite del massimo campionato italiano, andava in tribuna con la radio e dirigeva le operazioni del fischietto designato come se fosse un pupazzo piegato ai suoi voleri. Durante una partita fu colto con le mani nella marmellata da un videoanalist ‘cazzimmoso’ e marcato a uomo da un dirigente di una società d’Eccellenza: ripose la radio e la partita cambiò radicalmente musica. Non c’era malafede, lungi da noi pensarlo, solo eccessivo protagonismo.
Poi c’è quella storia di materiale sparito ad alcuni arbitri, successivamente riapparso, grazie a chi si rese conto che il furto fu simulato per appropriarsi di computer e vestiario. I protagonisti ammisero la colpa, ma l’unica pena fu la figuraccia: ancora girano. C’è anche quell’arbitro ancora sotto la lente della procura per dichiarazioni lesive e l’altro che appare “un tantinello” in conflitto d’interesse e che, secondo voci, dovrebbero far parte dello staff di uno degli aspiranti. Non ci stiamo inventando nulla sui fatti: tutto dimostrabile con carte o testimonianze. Innocenti un consiglio: non si faccia tirare per la giacchetta, non “paghi cambiali”, non scenda a compromessi. E’ il momento della prima vera svolta per il rugby italiano. Tra gli aspiranti un paio di nomi potrebbero anche andare bene, ma si faccia tanta attenzione.
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