di Massimo Gallo
Nei giorni scorsi la Federazione ha comunicato le sedi dei prossimi match della Nazionale e, ovviamente, le tre selezioni che affronteranno l’Italia. Il 6 novembre a Roma contro la Nuova Zelanda, il 13 al Monigo di Treviso e il 20 al Lanfranchi di Parma contro l’Uruguay. Dunque la Nazionale torna finalmente in campo e le notizie positive si fermano qui.
Passiamo alle note dolenti. Il sei novembre ci sono i ‘tuttineri’ all’Olimpico di Roma, manca dunque poco meno di un mese e non si vede uno straccio di promozione. Nessuna azione pubblicitaria, nessun manifesto. Niente di niente, anzi ad oggi non si possono nemmeno acquistare i biglietti per assistere alla partita. La sfida agli All Blacks è sempre stata l’occasione per fare ‘cassa’, la partita da sempre ha rappresentato l’occasione per entrate certe. Ad oggi sono certe solo le spese. A quanto pare le previsioni per il mese di novembre sulla possibilità di assistere alle partite in presenza, dalle parti della Curva Nord erano pessimistiche e qualcuno aveva ipotizzato che contro la Nuova Zelanda si sarebbe giocato a porte chiuse. Da qui la decisione di non programmare la promozione dell’evento e l’attuale ritardo nella messa in vendita dei biglietti. Ma al danno, si è aggiunta la beffa che è arrivata oggi con l’annuncio dell’innalzamento al 75% della capienza massima delle strutture sportive. Di fatto all’Olimpico potrebbero entrare tutti coloro che desiderano vedere il match, considerato che la capienza massima è di 72mila persone e che il 75% equivale a 50mila presenze, più o meno i biglietti venduti nel 2018. Vogliamo essere fiduciosi e immaginare che si possa recuperare il terreno perduto nelle prossime tre settimane. Permetteteci pero’ di essere scettici.
Altri dubbi ci sorgono per i due match successivi in relazione alle sedi scelte. Parliamo di due stadi (due gioiellini ma chiamarli stadi mi pare troppo), che hanno una capienza di 5000 persone e che dunque potranno accogliere solo 3500 persone. Ora chiedo a quelli bravi: l’Argentina, nazionale di prima fascia, 8° al mondo, merita un palcoscenico del genere? L’ultima volta, nel 2014, i Pumas furono ‘ricevuti’ al Ferraris di Genova, uno Stadio da 37mila posti, vale a dire quasi 10 volte più grande del “Monigo”. Ma non cambia molto per l’Uruguay a Parma. La compagine sudamericana, vale nel ranking Tonga, che l’ultima volta fu ospitata all’Euganeo di Padova, una struttura da circa 30mila posti. Cosa è accaduto? Perchè queste scelte? Eppure ci risulta che alcune società avevano già dato disponibilità ad ospitare una partita, addirittura coinvolgendo le amministrazioni locali.
Onestamente 3500 persone a Treviso per l’Argentina e altrettante a Parma per l’Uruguay ci sembrano pochine, se solo pensiamo che l’ultima finale per lo scudetto, tra tante restrizioni, ha fatto registrare 2000 presenze… ufficiali. E non speriamo nemmeno di essere smentiti, perchè se davvero il massimo potenziale del rugby italiano è di riempire una struttura con soli 3500 spettatori e allora chiudiamo la bancarella e cambiamo sport.
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