Torniamo a parlare di arbitri, dopo mesi di silenzio, in parte voluto in parte obbligato. Lo facciamo non per dire la nostra sul caso Nika Amashukeli: sarebbe inutile, tanto, per il governo del rugby in carica, la colpa della mancata designazione di un arbitro italiano al Sei Nazioni, è “di quelli di prima”. Sarà pure vero, ma pensare che Andrea Piardi non sia in grado di dirigere una gara della più importante manifestazione europea, è disonesto. La verità è che, ancora una volta, i dirigenti italiani hanno sbagliato le alleanze politiche. Chi afferma il contrario, mente sapendo di mentire! L’argomento che vogliamo trattare oggi è più semplice: il protocollo Covid. Il 19 gennaio scorso infatti, il presidente Claudio Giacomel, in una circolare diffusa all’interno del Cnar, la numero 25 della stagione sportiva 2021/2022, riprendendo in parte la circolare Fir del giorno prima, si preoccupava di raccomandare, tra le altre cose, la seguente disposizione: “L’ingresso agli spogliatoi degli Ufficiali di Gara sarà consentito solo agli arbitri designati per la gara. È vietato l’ingresso a qualunque altro tesserato, tecnico od operatore sportivo”. Ora la domanda è: val per tutti o per alcuni si fa eccezione? Perchè chi scrive ha assistito ad una scena strana a Padova, dove ha contato 10 persone entrare nello spogliatoi dell’arbitro, di cui 6 autorizzate (gli ufficiali di gara designati) e 4 a nostro avviso “abusive”. Crediamo di conoscere anche i nomi dei quattro. Tutto normale? A noi sembra di no. Sicuramente i vertici Fir e quelli arbitrali indagheranno sull’accaduto e chiariranno l’episodio.
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