Sul rugby di base e il sostegno ai club, la Fir continua a non essere chiara. Secondo quanto era emerso nei mesi scorsi, alle società sarebbero finiti 4 milioni di euro, recuperati sul bilancio della scorsa stagione. A farsi promotore di tale iniziativa, il Consigliere Federale Gianni Fava. In realtà le cose non sono andate proprio così ed è stato lo stesso Fava a rivelarlo durante una riunione via streaming che si è tenuta mercoledì scorso con i presidenti di comitato e di club del nordovest.
Gianni Fava, con toni pacati ma decisi, ha rivelato che i 4 milioni per il rugby di base e i club, sono stati destinati ad altro. “Voi sapete che ho condotto una battaglia, anche sostenuto da alcuni dei consiglieri presenti (Gualandri, Luisi e Musso n.d.r), per affermare un principio, cioè utilizzare i fondi dello scorso anno, destinandoli direttamente ad iniziative che andassero a sostenere il rugby di base – ha spiegato Fava – non senza fatica sono riuscito a ottenere il risultato con voto favorevole, avevo accantonato la famosa somma di 4 milioni che aveva sollecitato l’attenzione di molti di voi. Diciamo che in quel percorso per far un esempio molto recente, ho condiviso tutto fino alla definizione della cifra, un po’ meno l’utilizzo della stessa”. Gianni Fava ha voluto spiegare di aver votato in dissenso rispetto alla deliberazione del Consiglio che ha deciso di utilizzare quei soldi per progettualità che non aiutano le società.
“Contrariamente alle mie aspettative – ha spiegato Fava – 750mila euro sono destinati all’impiantistica sportiva, e continuo a pensare che sono pochini, tutti gli altri sono destinati a progettualità che non vanno ad incidere sulle casse delle società. Io invece resto convinto che in questo momento fermo restando la necessità di mantenere in vita le strutture federali, in questo momento a rischiare molto sono i club per la loro sopravvivenza.” Il Consigliere federale ha pure respinto le accuse di assistenzialismo, rivendicato la sua idea di aiutare i club che continuano a soffrire lo stop degli ultimi due anni. “Qualcuno mi ha accusato di aver immaginato meccanismi di finanziamento a pioggia, ma non è così, io ho solo pensato che coloro che hanno fatto lo sforzo, soprattutto in questi due anni, per tenere in piedi la baracca, in questo momento hanno bisogno di essere supportati anche economicamente e finanziariamente nelle attività più banali. Così non sarà: voglio dare una notizia ferale”.
Secondo quanto emerso, molti di quei fondi saranno utilizzati per le celebrazioni in occasione dei 100 anni della Fir. Gianni Fava in apertura d’intervento aveva premesso: “Io a differenza di chi mi ha preceduto, in questi 10 mesi, ho fatto poco. Non possa tracciare un bilancio soddisfacente della mia attività”, quindi una stoccata “Io faccio fatica a ritrovarmi in dinamiche che tendono a premiare i singoli e non il sistema, questo è accaduto, continua un po’ ad accadere e la mia battaglia sta in questi termini”.
Su questo passaggio avremmo voluto chiedere lumi a Gianni Fava, ma per un regolamento varato dalla gestione Gavazzi, degno di un regime, i Consiglieri federali non possono parlare con i giornalisti e spiegare o rendere trasparente la propria attività in seno al Consiglio. Il Presidente Innocenti aveva promesso a settembre scorso di modificare la norma, proprio per cancellare un vergognoso divieto non compatibile con un Paese democratico. Al momento però l’intenzione è rimasta tale. Vogliamo pensare che non ci sia stato tempo e non vogliamo pensare che abbia scoperto l’utilità della stessa. Non vogliamo pensarlo perché Innocenti continua a dire di essere diverso da quelli di prima: vediamo se riuscirà a distinguersi. Anche perché togliere quel divieto dal codice etico è esercizio veloce. Si decide, si porta in consiglio e in 30 secondi si approva.
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