Tutta l’Italia rugbistica ne parla, ma nessuno lo fa apertamente: colmiamo noi la lacuna. Il tema è quello dei giocatori equiparati tesserati l’anno scorso. Gli addetti ai lavori e molti appassionati, continuano a discutere sulla correttezza dei tesseramenti di alcuni giocatori del Top10, di serie A e, in alcuni di casi, di serie B e C. La Circolare informativa redatta alla vigilia della stagione che si è appena conclusa, recependo il volere del Consiglio Federale, ha allargato le maglie per il tesseramento di giocatori stranieri con lo status di ‘italiani’, vale a dire la categoria degli equiparati. Venuto meno l’obbligo della formazione che per anni ha limitato l’arrivo di giocatori nati all’estero, la scorsa estate c’è stata la rincorsa ai giocatori, soprattutto argentini, da tesserare come italiani.
La regola per inserire questi atleti in lista gara come equiparati, prevedeva il possesso dei requisiti previsti dall’articolo 8 di Word Rugby, da certificare attraverso una dichiarazione firmata dal giocatore da tesserare e dal presidente del club che tesserava. Secondo alcune società la Circolare non era chiara tanto che a distanza di pochi giorni, l’allora direttore generale Signorini, diffuse una nota di chiarimento, che in realtà non chiariva molto, se non il principio dell’articolo 8 di Word Rugby.
Fatto sta che alcuni giocatori (e quindi presidenti) hanno sottoscritto dichiarazioni in cui, pare, si attesti di avere i requisiti per essere tesserati come equiparati ma in realtà, questi requisiti non sono certi. Ad aggiungere mistero a questa vicenda è il mancato controllo dei documenti trasmessi. Insomma, per farla breve, nessuno in Fir si è posto il problema di verificare se le autodichiarazioni fossero corrette. Secondo quanto ha potuto apprendere pianetarugby.it, la Commissione Tesseramenti, dall’inizio della stagione, non si è mai riunita. Di fatto non ha mai lavorato per le finalità per quali esiste.
Sarebbe bene fare chiarezza su questo aspetto, perché se ci sono società che hanno utilizzato giocatori che, probabilmente, non potevano essere messi in lista gara come italiani ed è palese che hanno potuto usufruire di un vantaggio rispetto alle altre squadre che si è riflesso sulla classifica finale. Non si puo’ escludere che l’accesso ai play off, la griglia play off e la lotta salvezza, siano stati condizionati da questa anomalia.
A destare più di un sospetto è la Circolare informativa, pubblicata nei giorni scorsi, per la prossima stagione. Nel testo si chiariscono ancora meglio i paletti, che conducono dritti all’articolo 8, ma poi si specifica:
ATTENZIONE. I giocatori già tesserati come Italiani o Equiparati Italiani sulla base delle disposizioni precedentemente vigenti, non perdono lo status già acquisito; anche qualora gli stessi partecipano a gare con squadre nazionali “catturanti” di altra federazione classificata, al momento della convocazione del giocatore/giocatrice, purchè oltre il 25esimo posto del ranking World Rugby.
La precisazione appare un’ammissione di ciò che si dice in giro e sembra rappresentare una sorta di ‘sanatoria’. Sul tema crediamo sia necessario un chiarimento convincente e un minimo di coraggio da parte di chi continua a segnalare possibili anomalie senza però sollevare la questione. Alla fine se il problema sollevato in realtà non esiste, saremo tutti contenti, ma questo vociare, ammiccare, far intendere, puntare il dito, non serve a nessuno.
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