Avevamo abbandonato il tema Seven, un po’ per mancanza di notizie, un po’ per evitare di accanirci sull’argomento, ignorato dalla Federazione per oltre 14 mesi. Marzio Innocenti le ha provate un po’ tutte senza risultati. Dopo aver scartato l’ipotesi Fiamme Oro, aveva snobbato anche la proposta dell’ex manager della Seven Bimbo Arancio, che aveva suggerito di rivolgersi alle Fiamme Azzurre. Ipotesi scartata, ritenuta “non adatta ai ragazzi” (abbiamo edulcorato), per fiondarsi sulla Marina.
Il Seven avrebbe dovuto far base a Livorno ma, ci risulta, tutto si è arenato sulle modalità di reclutamento dei giocatori. A quel punto la Federazione si è ritrovata in un vicolo cieco: non poteva tornare da Montini dopo aver scartato l’ipotesi Fiamme Oro. Allo stesso modo non poteva tornare dalle Fiamme Azzurre per non contraddire quanto detto pochi mesi prima. Quindi lo stallo che si è sbloccato nei giorni scorsi. A quanto pare l’occasione si è avuta in occasione della firma tra il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e la Fir, del protocollo denominato “Oltre le sbarre”.
Il progetto attivo da anni prevede la partecipazione di squadre composte da soli detenuti, ai campionati ufficiali federali, ma il rinnovo dell’accordo prevede corsi per arbitri e tecnici destinati sia alla popolazione detenuta che al personale dell’Amministrazione.
Marzio Innocenti ha sfruttato l’occasione per chiedere la disponibilità delle Fiamme Azzurre di farsi carico delle squadre Seven, maschile e femminile. A quanto pare ci sarebbero i presupposti per chiudere la questione, anche alla luce dei pregressi confronti che aveva avuto Arancio.
“Avevamo raggiunto un accordo piuttosto interessante per creare finalmente un gruppo di giocatrici e giocatori dedito al Seven passo indispensabile per diventare competitivi. La Penitenziaria si era resa disponibile ad arruolare nel proprio Gruppo Sportivo 10/12 atleti già dal primo anno ed ampliare gradualmente la rosa negli anni successivi – ci ha spiegato Arancio – subito dopo le elezioni federali ho sottoposto il progetto all’attenzione del neo Presidente ma con grande sorpresa mi rispose che entrare nella Penitenziaria non era l’aspirazione dei nostri ragazzi. Oggi con un pizzico di orgoglio prendo atto del ripensamento su un progetto che rivendico e che mi auguro possa essere realizzato per il bene del Seven e del rugby italiano”
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