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Arbitri: il silenzio è solo per ‘crianza’

Ott 6, 2022

Ci eravamo ripromessi di non trattare più il tema arbitri per consentire un lavoro sereno alla Commissione creata per riformare il settore. La buona educazione, al di sotto del Tevere, viene definita ‘crianza’. Si tratta ‘dell’insieme delle buone maniere per vivere dignitosamente all’interno della società’. Alcune volte la ‘crianza’ passa per debolezza e dabbenaggine. Dunque diventa urgente rimettere un po’ di cose al loro posto.

Chi scrive conosce ogni virgola dei lavori della Commissione, ma ha evitato di rendere pubblici i contenuti dei lavori per non essere tacciato di parteggiare per qualcuno (già ci definiscono compiacenti… bontà loro) e per salvaguardare la serenità di chi sta provando a cogliere l’occasione per cambiare qualcosa. Pare che qualcuno si fosse posto il problema di non voler leggere l’andamento dei lavori su Pianetarugby, cosciente che altrove non avrebbe corso questo pericolo: ci siamo adeguati per amore di patria, ma a tutto c’è un limite.

C’è un limite alla decenza anche nel leggere difese di ufficio e posizioni assolutorie sui social espresse da un consigliere Cnar, per il quale tutto il rumore degli ultimi mesi è incomprensibile, considerato che tutto stava andando bene. La dimostrazione che non ha capito nulla di cosa è accaduto.

Così come si supera la decenza nel leggere opinioni (i fatti continuano a latitare) sul mondo arbitrale dopo aver candidamente affermato “non capisco”. Se la premessa è questa, non aver capito, mi risulta difficile comprendere qualsivoglia opinione, se non strumentale a dimostrare ciò che si vuole. Ovviamente non ci sorprende la mancata comprensione: per capire bisogna informarsi, parlare, confrontarsi, scovare notizie. Ed invece anche quando le notizie le portano dentro casa (leggasi deferimenti per esempio), nessuno ne approfitta. Non dico per esprimere opinioni, ma quantomeno per informare.

Detto questo siamo in trepida attesa di conoscere il risultato finale dei lavori della Commissione, sperando che siano rispettati i tempi, sperando che tutti continuino a lavorare con responsabilità e senza personalismi per giungere al risultato migliore per il mondo arbitrale. Attenzione: il migliore possibile, perchè quello ideale è, in questo momento, pura utopia. Sarà un primo tassello… meglio di niente.