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La pezza è peggiore del buco

Dic 22, 2022

La questione di Cherif Traorè è ormai nota, ne hanno parlato tutti, in tutta Europa. Aggiungere qualcosa sarebbe superfluo, ma alcune considerazioni vanno fatte. La prima riguarda i tentativi di giustificazione del gesto: “una goliardia”, “ma non è razzismo”, “ai miei tempi si faceva”, “ha cercato notorietà”. Dobbiamo commentare? Evitiamo per carità cristiana.

Ciò che ci ha lasciato pero’ stupiti è stato il modo del Benetton Treviso di gestire la crisi di comunicazione. C’è stato un primo comunicato di condanna e una seconda presa di posizione dopo un chiarimento nello spogliatoio. Di fatto una reazione a due tempi che tradisce una certa improvvisazione nel gestire la crisi.

Detto questo non possiamo non stigmatizzare il video in cui Traorè dice di perdonare i compagni di squadra: siamo al paradosso. In questa situazione l’unico che non doveva più parlare era proprio lui, mentre sarebbe stato gradito conoscere l’identità del ‘buontempone’ per ascoltare dalla sua viva voce le scuse al compagno. Ma nel mondo al contrario non è accaduto.

La vicenda lascia viepiù l’amaro in bocca perché parliamo di una squadra che ha per sponsor quella Benetton che ha fatto dell’inclusione della lotta al razzismo una bandiera, con convinzione e costanza.