Si chiude con due vittorie e due sconfitte il mondiale dell’Italia. Un bilancio colloca la Nazionale azzurra appena fuori dal salotto buono e subito oltre il retrobottega. Insomma: né carne né pesce. L’Italia ha conquistato con relativa facilità la qualificazione alla prossima rassegna iridata, regolando con qualche piccola difficoltà la Namibia e l’Uruguay, vale a dire due nazionale che orbitano intorno alla 20esima posizione del ranking mondiale. L’Italia è collocata proprio li tra Tonga e Giappone, al momento all’11 posto dietro all’Australia. Non poteva chiedere di più. Ma per i commenti, le valutazioni e le analisi c’è tempo. Per il momento rileviamo solo una nuova sconfitta che brucia e che no, non è onorevole. La Francia conquista la 24esima vittoria consecutiva e va ai quarti del mondiale. Per l’Italia il ritorno a casa con meno certezze e una ferita aperta. D’altra parte le scorie della disfatta contro la Nuova Zelanda hanno condizionato pesantemente la partita: azzurri contratti che hanno subito la prima meta dopo appena 2 minuti. Al 25′ erano 24 i punti sul groppone. A fine primo tempo la partita era chiusa sul 31 a 0. Il secondo tempo non cambia tema: al 47º minuto è Matthieu Jalibert a toccare oltre la linea bianca, portando il punteggio a 38-0 con la trasformazione di Ramos. Al 54º minuto, è Peato Mauvaka la sesta meta, trasformata da Ramos per il 45-0. C’è tempo per le due mete di Moefana e per l’unica mete dell’Italia di Zuliani. 60 a 7 il punteggio finale che manda la Francia al turno successivo da prima nel girone.
Una gara in cui l’Italia ha continuato a soffrire in mischia chiusa e in rimessa laterale. La touche è stato il tallone d’Achille delle ultime due partite ma, forse, l’avversario di livello ha solo amplificato un problema che, in effetti, si era già intravisto nei mesi scorsi. Non dimentichiamo però che parliamo della seconda Nazionale più giovane del mondiale, così come va sottolineato che da tempo non si registrava una Nazionale propositiva come quella vista nelle ultime uscite. La gara ha fatto anche segnare la fine dell’era Crowley, che cede il testimone a Quesada. Per lui tanto lavoro da fare e tante decisioni da prendere, sia per quanto riguarda lo staff, sia per quanto riguarda i giocatori.
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