Andrea Piardi sarà il primo direttore di gara italiano ad arbitrare un incontro del Guinness Sei Nazioni, scendendo in campo come primo arbitro all’Aviva Stadium di Dublino nel test-match (???) tra Irlanda e Galles che inaugurerà la terza giornata del 24 febbraio. La notizia è tutta nelle prime righe del comunicato diffuso ieri dalla Federazione. Bene, bravo, bis. Non c’è altro da aggiungere su Andrea Piardi, tranne che se lo è meritato e che è bravo. Quindi questa è la premessa, ma senza alcuni interventi esterni questa bravura nessuno l’avrebbe riconosciuta.
Perché, va però precisato, le designazioni non tengono solo conto della bravura degli arbitri, ma anche di sottili equilibri politici e rapporti personali consolidati. Considerato che nelle ultime ore c’è stata una corsa ad intestarsi meriti per la designazione di Piardi, riteniamo opportuno rimettere le cose al loro posto. Dunque se la designazione è arrivata il grosso del merito va a Alain Rolland, Consulente per Attività Internazionale e Alto Livello della Struttura tecnica arbitrale della Fir.
L’ex fischietto irlandese, direttore di gara della finale mondiale del 2007, fu fortemente voluto da Alfredo Gavazzi che lo mise sotto contratto nel 2020, pochi mesi prima delle elezioni che videro vittorioso Marzio Innocenti. Una scelta che l’attuale presidente federale criticò duramente, in relazione alla durata del rapporto, che aveva quale scadenza giugno 2024. In buona sostanza Innocenti criticava l’imposizione di un consulente che avrebbe dovuto scegliere la nuova governance. Ad oggi pensiamo che Innocenti abbiamo cambiato idea e vi spieghiamo perchè.
Alain Rolland è colui che analizza e fa da coach a tutti gli arbitri internazionali della CNA. Guarda le partite, le ‘lavora’ e consegna i feedback. Piardi è una sua creatura: lo ha seguito, aiutato e plasmato per essere un fischietto internazionale. Ha iniziato un percorso nel 2020 e ogni percorso deve portare a qualcosa e in questo Rolland non si è fatto trovare impreparato come a breve vi spiegheremo.
Facciamo un passo indietro e torniamo al Sei Nazioni 2023. Il Presidente Marzio Innocenti incontra Joël Jutge referee manager World Rugby, a cui chiede apertamente una designazione italiana per il Sei Nazioni 2024. Jutge nicchia e chiarisce che la designazione è cosa certa per il 2025. Innocenti punta i piedi determinato a voler brandire il successo in campagna elettorale.
Il presidente infatti tuona anche contro Kieran Crowley, il quale dopo la partita contro il Galles lancia un deciso atto d’accusa contro il direttore di gara, forte di numeri impietosi e anomali per una partita internazionale: 17 falli fischiati contro l’Italia. Innocenti, già in rotta con il tecnico, si appresta a prendere le difese del direttore di gara, con il fine di non irritare Joël Jutge. Ma non sa che il peso specifico delle sue richieste non è determinante quanto quello di Alain Rolland.
Intanto Piardi continua il suo percorso di crescita, Alain Rolland il lavoro ai fianchi e siamo in autunno. Rolland riesce ad ottenere la designazione del fischietto italiano per la partita dei Barbarians che Piardi non sbaglia. Ma l’obiettivo finale è la designazione per il Sei Nazioni che a Alain Rolland serve come il pane nel 2024, per due motivi: contrattare il rinnovo del contratto in scadenza il prossimo giugno e discuterlo con in tasca l’obiettivo che gli aveva chiesto Gavazzi nel 2020. A quanto ci risulta Innocenti e Rolland si incontreranno sabato per iniziare a parlarne. E ora vediamo se Innocenti avrà il coraggio di mandarlo via essendo l’ultimo superstite della vecchia governance o dovrà fare di necessità virtù.
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