Marzio Innocenti proprio non vuole sentire e prende in giro i club. Ancora una volta ha trattato le società del Campionato Elite con sufficienza e approssimazione. Lo ha fatto rispondendo ad cortese invito di Roberto Manghi, novello portavoce dei club, che aveva come obiettivo un incontro tra le società o i suoi rappresentati e lo stesso numero uno della Federazione. Marzio Innocenti, con quel suo fare che ha tutta l’aria di una presa in giro, prima si è congratulato con Manghi per la bella iniziativa poi ha risposto, per iscritto ovviamente, che poteva rivolgersi a Marco Aloi.
Ora delle due una: il presidente o ci è o ci fa. Non c’è una terza via. Secondo noi ci fa. Perchè anche un bambino arriva a capire due cose semplicissime, la prima: i club si sono visti con Aloi più volte, senza cavare un ragno dal buco. Aloi ha sempre ribadito di non avere potere e che le decisioni sono appannaggio di Marzio Innocenti. Dunque un incontro con Aloi a che cosa servirebbe? A nulla. Proprio il ‘nulla’ a cui vuole arrivare Innocenti per lasciare le cose come stanno e per rovesciare poi sui club ogni responsabilità. Presidente glielo diciamo: non funziona più. Siamo in campagna elettorale, vada a confrontarsi e si prenda le sue responsabilità. Non pieghi il futuro del movimento ai suoi interessi personali: sarebbe imperdonabile.
Il secondo motivo che Innocenti fa finta di non capire è ancora più chiaro: i club non vogliono Aloi. Non lo hanno mai voluto e lui non ha fatto mai nulla per farsi amare. Non ha portato nessuna vera novità di sviluppo, se non il derby a Natale e il calendario asimmetrico. Troppo poco per giustificare 80mila euro l’anno. Piuttosto ci chiediamo perchè Marco Aloi, spinto da un sussulto di dignità, non si dimette. E’ un manager che ha sempre lavorato ad alti livelli: non farà fatica a ricollocarsi.
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