La notizia circola vorticosamente ma al momento è solo un sussurro, un’indiscrezione, che però poggia su basi solide: dall’anno prossimo si farà a meno del TMO. Dunque il presidente Innocenti sta preparando una nuova retromarcia, dopo aver esaltato e magnificato la scelta di aver introdotto l’ausilio tecnologico per gli arbitri. Con un roboante comunicato del 24 maggio 2022, la Fir annunciava la costituzione di una Commissione per il Top 10 che avrebbe dovuto dare impulso al torneo, a capo della quale c’era proprio lui, il Presidente Innocenti.
Ecco: ci piacerebbe sapere quante volte si è riunita questa commissione e cosa ha prodotto, perchè quando fu annunciata le premesse erano fantasmagoriche. Tra le tante cose affermate, nel comunicato, troviamo:
“La Federazione ha creduto e continuerà a credere ed investire nel campionato. Gli investimenti attuati in questi dodici mesi per implementare il TMO, garantire una copertura televisiva senza precedenti, consolidare il Peroni TOP10 come un asset di comunicazione centrale nelle strategie di FIR e, sopra ogni cosa, introdurre nuove regole per innalzare l’offerta tecnica, per meglio rispondere alle necessità del rugby d’élite hanno dato risultati concreti, e proseguiranno nelle stagioni a venire. La creazione di questo nuovo organismo interno a FIR è un ulteriore segnale della nostra volontà di lavorare, insieme ai Club ed al loro servizio, affinché il nostro campionato sia sempre più funzionale alla visione del rugby italiano che siamo impegnati a tradurre in realtà”.
Dunque un campionato che doveva appartenere al vertice del movimento e che era destinato a grandi cose. A distanza di meno di due anni tutto è cambiato. E allora si scopre che, in realtà, non c’è mai stato un progetto ma solo un navigare a vista e che la scelta del TMO non è stata dettata da un percorso e da una visione ma dall’umore del momento. Ovviamente il flop della Commissione sarà addebitato ai club poco collaborativi.
Dunque torniamo al TMO. Come spiegato la Fir vuole fare marcia indietro. Ufficialmente perchè non è una priorità del campionato. Ma realtà è ben diversa. Ve la spieghiamo facile, facile. Il TMO costa 745mila euro l’anno. Lo ha detto proprio la Federazione e in un comunicato usato per criticare ancora una volta i club e che invece è diventato un boomerang. Una cifra considerevole oltre a gettone da dare all’arbitro.
Innocenti ha fatto i suoi conti e ha capito cio’ che gli diciamo da tempo: l’investimento è a perdere. E in tempi di vacche magre, meglio desistere. Perché i 745mila euro servivano soprattuto per produrre le partite da girare a Dazn e alla Rai. Quindi produzioni gratuite per i due broadcaster, i quali non ci risulta versino soldi nelle casse federali. O comunque nulla di davvero sostanzioso.
Un’operazione in perdita, per intenderci. A questo punto viene meno l’idea di dare visibilità al campionato. Sopratutto è stata definitivamente abbandonata l’ipotesi di usare la tv come vetrina per attrarre sponsor. E i soldi dati a Marco a Aloi buttati nel nulla. Naturalmente cotanta progettualità e’ federale. Non e’ dato sapere se l’intenzione e’ stata almeno comunicata (volutamente non rischiamo di scrivere condivisa) con i club di Élite e con i vertici della categoria arbitrale.
Con molta probabilità rimarrà solo la partita sui canali Rai. Il classico contentino per giustificare relazioni e incarichi. Nulla più. Per il resto sarà un liberi tutti. Sopratutto liberi i 745mila euro che si tolgono al TMO ma non è detto che si riversino sul campionato sotto altra forma. Già si vocifera che per giustificare la decisione di ‘uscire’ da Dazn si dirà che le società devono puntare sulle emittenti che gravitano nel bacino di riferimento per essere più attrattive. Quindi una cosa semplice: si affida tutto ad Antenna Tre e il risultato è garantito. Il resto dell’Italia che si fotta.
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