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Rugby – Siamo in caduta libera: smascheriamo le bugie

Lug 17, 2024

Chi scrive per qualche anno si è dedicato all’attività di videoanalisi. Per valutare una stagione sportiva i report sono importanti, ci è capitato di lavorare gomito a gomito con Umberto Casellato, uno degli allenatori più preparati in Italia. Un caratteraccio mica da ridere, un testone certificato, ma anche una persona competente, con cui è rimasto un legame d’amicizia per la sua disponibilità. Ecco: Casellato ogni tanto ci dedicava tempo per confronti sempre interessanti. In una di queste occasioni ci disse “i numeri non mentono mai”. Un modo per dire che, poste le premesse vere, i numeri consegnavano risultati innegabili.

E proprio facendo leva su questo insegnamento, abbiamo voluto verificare se, come afferma Marzio Innocenti, il movimento italiano è in salute e in ripresa. Lo spunto ci è arrivato dalla Tabella voti e i numeri ci dicono che no, il movimento non è in salute ma quasi in coma. Ve lo diciamo subito: non solo non siamo usciti dalla crisi pandemica ma addirittura abbiamo fatto parecchi passi indietro.

Partiamo da un dato: nel 2016, chiusura del primo quadriennio Gavazzi, i tesserati erano quasi 80mila, nel 2018, il numero si assesta a circa 77mila tesserati. Mentre nel 2020, piena crisi pandemica, si chiude a 58mila. Quindi inizia l’era Innocenti e i tesserati si fermano a 73mila, 4mila in meno rispetto al periodo pre-covid. Ma andiamo oltre. Come già spiegato, rispetto alla tornata elettorale del 2021, ci sono 109 società in meno che votano.

Anche in questo caso possiamo fare un raffronto con il passato. Nel 2016 la tabella voti contava 582 società. La crisi pandemica ha ridotto il numero nel 2020 (ultima stagione in pandemia) a 528, con un meno 54 società. Dunque il Covid ha fatto chiudere parecchi club, ma mai quanto Innocenti. Ovviamente continuando a sentire che tutto va bene, ora non crederete a ciò che state per leggere. La Tabella voti che è stata diffusa nei giorni scorsi, ci dice che a votare saranno 419 società, 109 in meno rispetto alle 528 della volta scorsa. Quindi in tre anni (nemmeno 4) la Fir targata Innocenti è riuscita a perdere per strada più club di quanto la Fir di Gavazzi ne aveva persi per la crisi pandemica.

Sono numeri, non li inventiamo, basta documentarsi. Ma non finisce qui. Il gruppo delle regioni afferenti al Progetto Sud, contavano nel 2021 79 società, ora ne conta 58 con diritto di voto. Quindi 53 società che fanno attività ‘vera’, con un meno 26 totale. Addirittura nel 2016 le società di questo gruppo erano 122: siamo lontanissimi dall’era pre-Covid. Nello specifico, rispetto al 2020, la Campania ha perso 4 società, la Sicilia 7, la Puglia 8, la Calabria 3, la Sardegna 1. Invariato il Molise mentre è sparita la Basilicata come le sue 3 società del 2020. Dunque 26 società in meno con diritto di voto, quindi reali e 750mila euro spesi (così dice Innocenti) per il Progetto Sud. E’ chiaro perchè le elezioni si fanno a Bologna?

Ma non è che nelle altre regioni vada meglio. L’Abruzzo, regione del vice Morelli, ha perso 6 società, la Lombardia addirittura 16, l’Emilia-Romagna 11. Una moria. Ma abbiamo disputato il miglior Sei Nazioni della storia (pare vero) e abbiamo superato il turno Mondiale…. ah no… quello no. Però in compenso le Zebre vanno forte… ah no, nemmeno questo. Però candidiamo Rinaldo a World Rugby. Domani, ci dicono, l’annuncio.