L’ammissione ieri in Sicilia parlando ai club dell’Isola. Il vicepresidente federale ci ha anche onorati di una menzione, a dimostrazione che non va dietro i social, almeno questo dice, ma ci legge volentieri.
Luisi ha continuato con la narrazione che vorrebbe Andrea Duodo commissariato in caso di elezione. E per sostenere la tesi ha menzionato un articolo di chi vi scrive (ma non ha sempre detto che non legge Pianetarugby.it ?). Abbiamo avuto due certezze. La prima: ha letto il pezzo ma non lo ha capito. La seconda: si prepara, insieme ad Innocenti, a gestire la sconfitta, di fatto ammettendo una debolezza.
A Luisi, nostro ‘paesano’ di Benevento (anzi Castelpoto, terra di succulente salsicce), vogliamo bene e glielo spieghiamo volentieri per la seconda volta: la giustizia sportiva non è al di sopra della giustizia ordinaria. Più semplicemente ‘deroga’ i principi della giustizia ordinaria. Puo’ farselo spiegare da Valori, con la differenza che poi l’avvocato stacca fattura, noi invece facciamo beneficenza.
Agli albori di questa storia i vertici federali dicevano che Andrea Duodo non fosse candidabile, per il suo passato recente di presidente del collegio di revisione. Innocenti & Co. confidavano in un’esclusione di Duodo ad opera della Commissione verifica poteri, ma l’ipotesi l’anticipammo proprio da questo portale, con il risultato che la Commissione ha deciso per un tutti dentro. E non poteva fare diversamente.
Poi hanno provato a risalire la china con la narrazione del vantaggio nei sondaggi, con un 65% che avevano solo nelle loro fantasie più recondite. Ora che si sono resi conto di una realtà diversa, dopo essersi giocati la carta dell’incandidabilità, ora si giocano la carta della incompatibilità. Domani si giocheranno la carta dei capelli biondi o amenità del genere.
Luisi ha annunciato un ricorso/mozione in Assemblea qualora dovesse vincere Andrea Duodo. Ma se hanno il 65% perchè pensare ad un ricorso? Ci siete arrivati da soli? Facile: perchè quei voti non esistono. Anzi esistono ma sono appannaggio di Duodo e Luisi già pensa a come correre ai ripari. Tanto è vero che Innocenti è stato costretto ad interromperlo, una volta colto l’autogol, per dirgli che tanto non succederà.
E invece si! Succederà eccome. E dunque questa Fir abituata ai contenziosi annuncia già che ci sarà un ricorso, un modo per certificare l’incapacità di incassare le sconfitte. Qualora ci dovesse essere, ve lo diciamo, sarebbe una sconfitta per l’intero movimento, l’ennesima brutta figura a cui ci esporrà questa governance davanti all’opinione pubblica.
Detto questo vogliamo rassicurare tutti: se le urne premieranno Duodo (i numeri della vigilia vanno in questa direzione), la mozione, ricorso o qualsiasi azione successiva, avrà il valore dei rotoloni Regina. Ma lo sanno anche in Fir. Più che altro provano a destabilizzare. Vorrebbero far passare il seguente messaggio: “votate noi perchè tanto poi lo commissariano e dobbiamo tornare alle urne”. Non sarà così, state tranquilli. Tra le altre cose, un ricorso in Assemblea o una mozione, si presenta a costo zero.
Poi per dar seguito ad un’azione che non porterebbe a nulla, anzi solo a scoperchiare situazioni di cui dovrebbero rispondere lo stesso Innocenti e il Segretario Musiani, bisognerà tirar fuori gli ‘schei’, non più quelli prelevati dalle casse federali, ma personali. Scommettiamo che tutto si esaurirà in Assemblea dopo un po’ di caciara? Anche perchè dubitiamo che da quelle parti non riescano a cogliere la differenza tra un revisore contabile e un revisore legale. Se così fosse suggeriamo una ripassatina: siamo buoni e vogliamo bene a Marzio Innocenti e vogliamo evitargli contenziosi che potrebbero poi tornare indietro in sede civile.
Per chiudere: che Luisi portasse in giro questa storia l’avevamo detto già qui, ma qualcuno ci aveva accusato di parlare per sentito dire. Ovviamente avevamo le prove. Ora lo ha detto anche pubblicamente. Fatevene una ragione: Pianetarugby.it se scrive una cosa, lo fa perchè è vera e verificata. Non dice fesserie come blatera Antonio Luisi, a cui consigliamo fraternamente di non avventurarsi in discorsi che non è in grado di sostenere.
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