La sorpresa è arrivata leggendo l’intervista rilasciata al Mattino di Padova ad Andrea Passerini. Marzio Innocenti non solo non ha ammesso mezzo errore, non solo continua erroneamente a dire che la Fir ha 14 milioni di patrimonio (non avrà visto il preventivo 2024 pubblicato ieri) e che non ha fatto errori sostanziali. Ha ribadito la centralità della Nazionale come unica fonte di ricavi e, in buona sostanza, ha spiegato che la colpa è dei club che si sono sbagliati a votare Duodo. Ma, sopratutto, continua a parlare di offese e a bollare come falsa l’accusa di aver dilapidato un patrimonio. Non da ultimo, durante l’intervista, non ha parlato mai della sua squadra, preferendo come sempre parlare in prima persona.
Marzio Innocenti non ha mai voluto ascoltarci, non ha mai colto i segnali che mandavamo, non ha mai creduto a quello che scrivevamo. Le urne hanno dato ragione a noi: il movimento era dalla parte opposta rispetto alla percezione che aveva lui. Ora lo invitiamo nuovamente a riflettere: è normale che il suo vicepresidente venga eletto con 13.816 voti, cioè appena 4300 in meno rispetto a quelli suoi? Possibile che tutti gli altri consiglieri valgano insieme solo 4300 voti? A nostro avviso no! È evidente che Antonio Luisi abbia fatto corsa solitaria. E infatti il primo dei non eletti tra i candidati in quota Innocenti, Francesca Gallina che poteva contare sul vantaggio delle ‘quote rosa’ si è fermata a 9.882 voti, mentre Giovanni Poggiali non è andato oltre i 9.000 voti.
Il metro di paragone è Paolo Vaccari, primo degli eletti in assoluto e anche della squadra di Andrea Duodo. Vaccari ha preso gli stessi 24mila voti del suo candidato presidente di riferimento. Dunque non è certo un’eresia quanto stiamo affermando. Anche alla luce del fatto che Antonio Luisi aveva annunciato di voler fare un passo indietro qualora Innocenti non ce l’avesse fatta. Quindi, ha detto che avrebbe aspettato la sua elezione per poi dimettersi. Successivamente ha chiarito che le dimissioni sarebbero arrivate dopo aver ascoltato le sue società di riferimento. Di fatto ammettendo la corsa solitaria con le ‘sue società’. Ovviamente, dopo averle ascoltate dovrà avere il benestare del portiere sul suo palazzo e del fruttivendolo sotto casa.
E proprio alla luce di quanto sottolineato dobbiamo fare i nostri complimenti sinceri a Giorgio Morelli, che ha seguito il suo Presidente, ma soprattutto l’amico, nella cattiva sorte, rinunciando alla candidatura prima ancora che si votasse. Ci permettiamo di suggerire a Marzio di ripartire da lì, dall’unica persona che in questi tre anni non lo ha mai tradito. Rispettando un legame che affonda le radici negli anni della gioventù. Anche Morelli è stato spesso poco corretto nei confronti di questo portale, ma alla luce del suo gesto ha acquisito la nostra stima e simpatia.
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