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Rugby – E’ il momento di battere un colpo

Ott 30, 2024

È passato un mese e mezzo dalle elezioni federali che hanno portato Andrea Duodo sullo scranno più alto della Federazione Italiana Rugby. Parliamo di soli 45 giorni, durante i quali la nuova governance ha sostanzialmente ‘studiato’. Dire che il nuovo Presidente, in qualità di revisore contabile, avesse ben preciso il quadro della situazione sarebbe fuorviante. Si può affermare che Andrea Duodo conoscesse lo stato dell’arte per macro-aeree e macro-temi. Ora la situazione dovrebbe apparire più chiara e più definita.

Non a caso è dei giorni scorsi il comunicato stampa in cui la nuova governance ha annunciato una prima variazione negativa al bilancio 2024, per due milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 7,9 di passivo annunciati ad aprile scorso.
Su molti altri temi, Duodo e la sua squadra si stanno muovendo con una cautela che fa crescere i rumors circa un apparente immobilismo della Federazione. Infatti, sono andate deluse le aspettative dei tanti che si aspettavano una “defenestrazione” del segretario Roberto Musiani, legato a doppio filo alla vecchia governance con cui ha preso decisioni importanti e, spesso – parere di questa pagina – almeno al limite del buon senso.

In realtà, scorrendo il comunicato n. 3 della Stagione Sportiva 2024-2025 relativo al consiglio federale del 10 ottobre scorso, oltre ai temi noti, si scoprono un po’ di cose: che è stata aperta la manifestazione d’interesse per il rinnovo degli Organi di Giustizia (per come è andata in questi anni in quei corridoi c’è da aspettarsi una bella azione di rinnovamento); è stato nominato commissario della Calabria il consigliere Gargano, mentre udite, udite, è stato nominato Gaetano Nigri Commissario Straordinario della Puglia dopo che la precedente governance l’aveva “esiliato”.

Leggiamo la  nomina presidente della Commissione Medica Federale il professor Franco Badessi, già presidente dell’Alghero Rugby; sono state inserite figure nuove in Curva Nord, nelle Commissioni Tesseramenti (Federico Alverà) e nella Commissione Organizzatrice Gare (il trevigiano Guido Feletti); non considerando “nuovo” il Roberto Zanovello nominato nella Commissione Impianti.

A proposito di nomi noti, la notizia da “prima pagina” è relativa a Franco Ascione. L’ex direttore tecnico e plenipotenziario della Federazione, lo ritroviamo nel comunicato federale come membro di commissioni e come incaricato “Referente per l’elaborazione di un programma quadriennale di sviluppo e di adeguamento dell’area tecnica” Premessa: è una buona notizia. Ascione rimane una risorsa per tutto il movimento e lo ha dimostrato anche durante la presidenza Innocenti, togliendo spesso le ‘castagne dal fuoco’ a chi l’aveva rimosso dall’incarico e mettendo ‘pezze’ ad errori macroscopici. Inutile elencare i casi: chi è attento e onesto già ne è a conoscenza.

Ciò che però dovrebbe essere esplicitato è il campo d’intervento. A prescindere dai ‘titoli’ e le deleghe, bisognerà capire due cose. La prima: stiamo tornando al sistema Ascione? Perché, se fosse così bisognerebbe dirlo chiaramente. In caso contrario bisognerebbe spiegare qual è il progetto tecnico. Lo diciamo subito: il sistema Ascione, così come era pensato, non è proponibile e nemmeno attuabile. Va aggiustato e ponderato secondo le nuove esigenze del movimento.

La seconda: chi ‘comanderà’? Franco Ascione o Daniele Pacini? Perché è vero che sulla carta Pacini è il responsabile tecnico, ma è altrettanto vero che è anche una ‘creatura’ di Ascione, formato e plasmato secondo le idee e i principi dell’ex Direttore tecnico. Dunque, ci sarebbe la necessità di chiarire in maniera trasparente ‘chi fa cosa’: è giunto il momento che tutti, in tutti gli ambiti federali, comincino a prendersi le proprie responsabilità, per capire con chi dovremmo prendercela se le cose dovessero andare male. Ma anche chi applaudire se tutto andrà bene.

qInsomma: c’è bisogno di trasferire all’esterno del Palazzo le idee alla base dell’azione di governo. Spiegare dove si vuole andare e in che modo. Bisogna battere un colpo per andare oltre i ‘rumors’ che rischiano di essere interpretati e trasferiti in maniera distorta.