L’Italia perde a Udine 50 a 18 contro l’Argentina e fallisce la possibilità di fare un ulteriore passo in avanti nel ranking mondiale. Gli argentini partono forte e nei primi 30 minuti piazzano un parziale di 17 a zero. La reazione italiana frutta un piazzato e una meta di punizione che fissano il punteggio al 40esimo sul 10 a 17. Anche la ripresa si apre con un’Italia all’arrembaggio, tanto da riuscire a raggiungere la distanza minima possibile dai Pumas con il momentaneo 13 a 17. Poi è solo Argentina con le 5 mete spezzate dalla sola marcatura di Nicotera, per il 50 a 18 finale.
La partita gli azzurri l’hanno persa sul gioco aperto e sui punti d’incontro: una vera Caporetto con 8 turnover e almeno 3 punizioni subite in questo fase di gioco. E’ vero che gli argentini hanno ‘sporcato’ tutto ciò che c’era da sporcare, ma rimane una prestazione insufficiente su questo fondamentale. Fernandez avrà da lavorare.
In una serata con 50 punti sul groppone, non si può non sottolineare la buona prova della mischia e della touche. I primi otto uomini hanno tenuto e in qualche occasione superato la resistenza avversaria. Sulle rimesse laterali, grida vendetta l’errore nel primo tempo, frutto di una ‘furba’ mal riuscita. Per il resto l’Italia ha tenuto alla grande il confronto con i Pumas realizzando due mete da drive.
Da rivedere le scelte di gioco al piede e, in generale, i dettagli sul gioco a largo: troppi errori sull’ultimo passaggio e troppo lenta l’esecuzione. Un vero peccato per una linea che ha placcato a tratti duro. Per crescere bisogna confrontarsi con i migliori e questa Argentina rappresenta l’élite del rugby mondiale. Si sperava in una tariffa meno pensate, ma così è andata. Non c’è tempo per leccarsi le ferite: bisogna preparare al meglio la prossima.
D’altra parte i ragazzi in maglia azzurra non sono arrivati al meglio all’appuntamento, reduci da una gastroenterite iniziata nella sera di giovedì. In 17 hanno fatto i conti con i problemi intestinali, sulle cui cause è giallo. Con loro alcuni ragazzi dell’Accademia di Roma che ha sede all’Acquacetosa, luogo del ritiro azzurro. Dunque la logica direbbe che il problema sia nato al Giulio Onesti, vale a dire il centro di preparazione olimpica del Coni, non il centro sportivo di “Peppe baffone”. Dunque su questo ci sarebbe da indagare.
In chiusura un dettaglio su cui invitiamo a riflettere: tra il primo e il secondo tempo, ai microfoni di Sky ci è andato Leonardo Ghiraldini, Consigliere federale in quota giocatori. Andrea Duodo non pervenuto, nemmeno a fine partita. E’ stato inquadrato pochi secondi dalle telecamere di Sky . E’ un segnale negativo? Assolutamente no. Ha solo sancito la fine dell’era dell’uomo solo al comando.
In conferenza stampa Gonzalo Quesada ha spiegato: “Queste sconfitte così larghe lasciano il segno, sono dolorose, ma oggi credo che il divario nel punteggio non traduca correttamente la differenza di livello tra le due squadre. L’Argentina è stata estremamente pragmatica, cinica, noi abbiamo commesso degli errori decisivi, indirizzando il match in un certo modo già nella fase iniziale. È vero che la squadra non giocava assieme da luglio e che non abbiamo avuto molto tempo per ritrovarci e lavorare in profondità: è chiaro che c’è bisogno di ricostruire certe dinamiche, i Pumas sono insieme da tre mesi, vengono da vittorie importanti nel Championship, e questo ha avuto un impatto notevole sul match”.
Poi una discrasia su un’affermazione del Commissario Tecnico e quanto riportato nel comunicato post partita. Quesada ha testualmente detto: “Abbiamo una settimana per preparare la Georgia, purtroppo dobbiamo ritornare a Roma e poi tornare a Genova, ma potremo preparaci bene e la testa è già alla Georgia”. Una dichiarazione riportata sul comunicato nel seguente modo: “Adesso dovremo rientrare a Roma per poi spostarci su Genova nei prossimi giorni: non la condizione ideale, ma tutto il nostro focus è sulla Georgia”. Qualcosa non quadra.
Qui la dichiarazione di Quesada
https://youtube.com/clip/Ugkxovg8OxEB368mB_0pa8MCGq46W-Tl74Jy?si=Ica94O2FR8D1QpNB
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