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Rugby – Luisi e l’opposizione alla Brancaleone

Dic 18, 2024
Di spalle Pietro Rusconi, consigliere Comitato Emilia Romagna, Emanuele Lusi, revisore dei Conti espressione della vecchia Governance; Giacomo Berdondini, presidente Emilia Romagna, Antonio Luisi Consigliere Federale; Maurizio Vancini, presidente Comitato Lombardo

La campagna elettorale è ripartita. Ed è ripartita così come si era fermata: il piccolo dispetto o l’interpretazione volutamente pretestuosa della norma. La fotografia è data da quanto accaduto ieri in Consiglio Federale, con il commissariamento del Comitato veneto. Tutto ruota intorno ad una sola parola ‘indire’. In buona sostanza lo scontro è sull’interpretazione (sbagliata) del passaggio in cui la regola dice che bisogna indire le elezioni entro il 15 Marzo.  L’interpretazione è sbagliata perchè la regola è vecchia.

E’ stata sostituita lo scorso febbraio. Ora la regola è chiara e parla di data perentoria per tenere le consultazioni entro il 15 marzo. Ma il punto non è nemmeno questo, quanto la finalità. Perchè spingersi fino al 12 Aprile?

Sandro Trevisan il 15 settembre scorso aveva offerto le sue dimissioni da Presidente del Comitato ad Andrea Duodo, motivandole con il fatto di voler agevolare un passaggio con un Presidente che rispettasse la filiera istituzionale (perchè poi non si è capito: la democrazia funziona diversamente). “Non c’è bisogno”, rispose l’attuale presidente federale.

Dunque, perchè tutta quella fretta di passare la mano per poi fissare, a distanza di 3 mesi, le elezioni ad aprile? Una decisione che non comprendiamo. O forse si!

A quanto pare Antonio Luisi si è caricato sulle spalle l’onere di fare opposizione (fittizia: poi vi diciamo il perchè) a questa governace e ha ‘chiamato alle armi’ i fedelissimi per poter dare l’assalto ai Comitati. Legittimo: sia chiaro. Rimaniamo però sorpresi dalla coerenza. Di Trevisan abbiamo già detto, Berdondini presidente dell’Emilia Romagna, aveva annunciato le sue dimissioni a Bologna e successivamente la volontà di non ricandidarsi.

Ora invece viene fuori che si ricandida “perchè le società me lo chiedono”, va dicendo in giro. Quali non è dato sapere. Insomma un po’ come ha fatto Luisi che annunciò alla vigilia delle elezioni che non avrebbe mai lavorato con Duodo, poi annunciò di dimettersi dopo la sua elezione, quindi di non volersi dimettere ” perchè le società me lo chiedono”. Anche in questo caso: quali? La verità è che la poltrona fa comodo e pure le tartine dell’hospitality allo stadio. E, infatti, anche l’opposizione è fittizia.

Ieri durante il Consiglio Federale, il buon Luisi, prima ha provato a difendere Trevisan poi, preso con le mani nella marmellata (ha sbagliato norma), ha dovuto capitolare, tanto da votare a favore del commissariamento che è passato all’unanimità. Ponzio Pilato era un dilettante. Pensate che ad un certo punto ha consegnato anche un assist alla maggioranza.

Dunque, come al solito, Antonio Luisi lavora per se stesso. Anche questo legittimo. E lo fa con un solo fine: piazzare nei comitati i più fedeli, per costruire dal basso la sua candidatura alla presidenza federale. Stampate questa pagina e riponetela nel cassetto. La fotografia a corredo di questo pezzo è chiara: la squadra di Antonio Luisi, a Genova, ha preferito vedere la partita dalla vetrata. Tutti insieme, per potersi confrontarsi meglio sulle prossime mosse elettorale. Tutto legittimo, ma evitateci la morale. Oggi una difesa d’ufficio sui social senza precedenti a favore di Trevisan, da parte di chi ha forse dimenticato che fu anche lui a firmare l’esposto contro Duodo. E’ la politica ‘bellezza’: evitiamo di vestire i panni delle verginelle.